INSIEMI #39 | Dicembre 2025


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risorse intelligenti per la scuola

NEWSLETTER #39 – Dicembre 2025

 

Dicembre: si corre di qua e di là, il tempo per leggere le newsletter è risicato, ma poi arriveranno le Feste, quelle con la F maiuscola, e ci troveremo, chi più, chi meno, a tavola a parlare con amici e parenti, oppure a casa con un po’ di tempo in più per approfondire.

E allora in questa newsletter vi regaliamo un po’ di materiale che vi permetterà di aprire argomenti di conversazione da esperti e di approfondire alcune tematiche importanti per il lavoro a scuola.

🎅 Babbo Natale non dice più Oh Oh Oh! bensì AI AI AI! Infatti in questa edizione parliamo di:

  •  🤖 È vero che l’AI ci fa lavorare meglio? Il fenomeno del “workslop”
  • 🔍 Google e AI: come sta cambiando la ricerca online
  • 🎨 Creatività e AI: guida pratica a Nano Banana e riflessioni sull’arte generativa
  • 👨‍👩‍👧 Controlli parentali su ChatGPT: finalmente arrivano
  • 🏫 AI nelle scuole italiane: cosa dice il primo report

🤖 È vero che l’AI ci fa lavorare meglio?

📌 Segnalato da Matteo

Un recente articolo dell’Harvard Business Review punta il dito su una contraddizione che sicuramente tanti di noi stanno vivendo: dal 2023 l’uso dell’AI al lavoro è raddoppiato, ma il 95% delle organizzazioni non vede ritorni misurabili.

Il motivo?

Il “workslop”, neologismo che nasce dalla fusione di “work” (lavoro) e “slop” (sciatto o di bassa qualità), che potremmo tradurre in “lavoraccio” o “lavoro spazzatura”.

Il workslop si riferisce a un contenuto generato con AI che sembra un lavoro fatto bene ma che in realtà manca di sostanza. Slide formattate perfettamente, report lunghi e strutturati, riassunti articolati, testi pronti da condividere che però sono incompleti, inutili o privi di contesto.

Il problema?

Questo sposta il carico di lavoro più in là nella catena, perché chi riceve deve interpretare, correggere, rifare tutto.

I numeri del problema

Da un sondaggio su 1.150 lavoratori statunitensi:

  • Il 40% dei lavoratori ha ricevuto workslop nell’ultimo mese
  • Il 15,4% del contenuto ricevuto al lavoro è workslop (stima media)
  • Quasi 2 ore necessarie per gestire ogni problematica scaturita dai “lavoracci”

L’impatto sulle relazioni di lavoro

  • Il 50% vede i colleghi che mandano workslop come meno creativi, capaci e affidabili
  • Il 42% li considera meno affidabili
  • Il 32% dichiara di non voler più lavorare con loro in futuro

Cosa fare secondo HBR

  • Stop ai mandati indiscriminati: “Usate l’IA ovunque” porta all’uso indiscriminato senza pensiero critico.
  • Il mindset conta: chi usa AI con “agency e ottimismo” (i cosiddetti “pilots”) la usa per migliorare la creatività. I “passengers” la usano per evitare di lavorare.
  • Rilanciare sulla collaborazione: l‘AI va usata come strumento collaborativo, non come scorciatoia per scaricare responsabilità.

Come dice Matteo: “L’AI è uno strumento potente, ma senza pensiero critico rischia di creare più problemi di quanti ne risolva”

🔗 Leggi l’articolo

 

🔍 Come ricerchiamo su Google con l’AI

📌 Segnalato da Matteo

Prima di tutto diciamolo chiaramente: Google non è morto, ed è ancora il primo sito più visitato al mondo.

Ma in che direzione sta andando?

L’articolo che ci consiglia Matteo fornisce una panoramica chiara e concreta, a partire dalla spiegazione della differenza tra AI Mode e AI Overview (spoiler: la prima è conversazionale).

I punti chiave in breve

AI Overview e AI Mode: due approcci diversi

L’AI Overview fornisce risposte sintetiche e immediate alle query, posizionandosi sopra i risultati organici tradizionali. AI Mode introduce invece una modalità conversazionale persistente, dove l’utente può approfondire e dialogare con l’AI.

La centralità della risposta

Non più del link. Questo impone di ripensare la strategia di content e di brand awareness. Apparire tra le fonti citate dall’AI può rafforzare la reputazione, anche se i clic diminuiscono.

SEO: non basta più essere primi

Occorre produrre contenuti chiari, autorevoli, ben referenziati, pensati per rispondere a domande specifiche e (anche) per essere scelti dall’AI.

Centralità dell’autorevolezza

L’AI seleziona le fonti in base a criteri di esperienza, competenza, autorevolezza e affidabilità (il famoso E-E-A-T di Google).

🔗 Leggi l’articolo completo

🎨 Creatività e AI: Nano Banana e l’arte generativa

Ci piace sempre condividere con voi guide e strumenti pratici e questa volta Giulia e Edoardo ci propongono due una utilissime guide al nuovo modello Gemini 2.5 Flash Image, conosciuto col nome in codice “Nano-Banana”.

Caratteristiche distintive del modello:

  • La capacità di mantenere la coerenza di soggetti/oggetti
  • L’editing granulare su aree mirate e di dettaglio
  • L’unione di più elementi
  • La trasformazione dello stile di un’immagine

La prima guida è di di Vincenzo Cosenza e raccoglie oltre 70 prompt pronti all’uso, utili per ispirarsi e velocizzare il lavoro creativo, perfetta per chi nelle scuole si occupa di comunicazione, grafica o storytelling visivo.

⬇️ Scarica la guida PDF

La seconda è una guida in 10 punti all’utilizzo di Nano-Banana Pro, che arriva direttamente da Guillaume Vernade (Gemini Developer Advocate, Google DeepMind) rielaborata e proposta da Andrea Scarpetta di Search Foundry.

🔎 Scopri i consigli

Parlando di AI e creatività, Filippo ci condivide il dialogo tenutosi all’ARF 2025 tra l’artista Lorenzo Ceccotti e Mauro Uzzeo: Ceccotti chiarisce di non essere contrario alla tecnica dell’IA in sé, ma l’AI può essere un valido strumento artistico solo se l’artista può crearsi il proprio dataset e interpellare un modello trasparente e ispezionabile.

Il problema dei sistemi commerciali:

I sistemi come MidJourney o ChatGPT non rivelano quali dati vengono utilizzati per il training e non permettono all’utente di intervenire sulle regole. Sono sistemi “impacchettati” finalizzati al risultato commerciale.

La vera sfida non è uomo contro macchina, ma la necessità di difendere il lavoro dei creatori dagli interessi commerciali delle grandi aziende tecnologiche.

👀 Guarda il video

👨‍👩‍👧 Controlli parentali su ChatGPT

📌 Segnalato da Filippo

OpenAI ha lanciato controlli parentali per ChatGPT, disponibili da subito via web e in arrivo presto con la versione mobile.

Cosa permettono di fare:

  • I genitori possono collegare il proprio account a quello dei figli
  • Configurare limiti su contenuti sensibili (violenti, sessuali, creazione immagini)
  • Disattivare la memorizzazione delle conversazioni

Come funziona il controllo:

  • Gli adolescenti devono acconsentire al collegamento
  • Possono disconnettersi in qualsiasi momento (con notifica ai genitori)
  • I genitori non possono vedere le chat, tranne in casi di rischio grave

Questi controlli arrivano dopo una causa legale legata a un tragico caso di suicidio e segnano un passo importante per la sicurezza dei minori nell’uso dell’intelligenza artificiale.

🔗 Leggi l’articolo

 

 🏫 AI nelle scuole italiane: il primo report

📌 Segnalato da Andrea B

Il report “Generazione AI – La nuova sfida della scuola” è una delle prime indagini fatte in Italia che ha analizzato l’uso dell’AI nelle scuole, coinvolgendo 3.800 persone tra insegnanti e studenti di scuole superiori.

Alcuni dati che fanno riflettere:

  • L’uso è molto diffuso → 2 docenti su 3 usano AI settimanalmente (mentre tra gli studenti più di 4 su 5).
  • Ma c’è un problema di percezione → 2 docenti su 3 pensano che gli studenti non usino AI. Davvero?
  • Opportunità sprecate → i docenti usano l’AI principalmente per preparare materiali o verifiche, ma non la sfruttano per attività a basso valore aggiunto (carico amministrativo e/o burocratico).
  • Si sta minando la fiducia → Il 71% degli studenti dice che i prof si fidano meno di loro perché “presumono che abbiano usato AI”.
  • L’effetto “troppo perfetto” → 2 prof su 3 tendono a preferire un compito mediocre invece di uno perfetto perché se è perfetto “allora probabilmente lo studente l’ha fatto con l’IA”.

E voi che esperienza avete? Cosa si dice nei corridoi della vostra scuola?

🔎  Approfondisci il report

 

🎮 C’è gioco e gioco…

Non hai ancora sbirciato “Good Game”? Dai un’occhiata all nuova rubrica dedicata al mondo dei videogame e alle loro potenzialità educative.

Se ne parla spesso come “problema”, ma i videogame possono essere strumenti potenti di apprendimento, creatività e collaborazione.

Un contenuto al mese vi porta in questo universo, per informarsi davvero e scoprirlo con occhi nuovi, con consigli per tra scuola, famiglie e ragazzi.

Leggi la quarta puntata:
Good Game – Pixel e lavagne: anche i videogiochi insegnano

Dal BLOG di Education Marketing Italia

Non hai tempo di leggere tutto? Puoi ascoltare le nostre news ovunque tu sia: apri l’articolo e clicca su play 🎧

E

Ecco gli articoli che abbiamo scritto questo mese:

👉 Il Tone of Voice nella comunicazione scolastica

Valeria: Il tone of voice nella comunicazione scolastica: come adattare linguaggio e stile a social, sito web ed eventi per comunicare in modo coerente e autentico.

👉 La formazione continua dei docenti

Ilenia: “Essere insegnanti vuol dire aggiornarsi continuamente per stare al passo con i cambiamenti della società e aiutare gli alunni nel modo adeguato“.

👉 Pixel e lavagne: anche i videogiochi insegnano

Filippo: “Tra pixel e lavagne, la scuola cambia volto: i videogiochi diventano strumenti per imparare, collaborare e crescere in modo creativo”.

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