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risorse intelligenti per la scuola
NEWSLETTER #38 – Novembre 2025
L’autunno è qui e l’inverno si avvicina. In queste stagioni, forse per cultura e tradizione, siamo più abituati ad aprire le orecchie ai racconti: magari intorno alla tavola, magari davanti al camino o a una semplice tazza di tè.
Davanti al nostro fuoco 🔥 immaginario, in questa edizione vogliamo parlare delle diverse sfaccettature del racconto quando si tratta di marketing e comunicazione e di come le scuole abbiano grandi potenzialità che rimangono spesso inespresse.
Gli argomenti di questo mese:
- 💬 Brand e Tone of Voice – Facciamoceli raccontare dalle Gocciole e da Octopus Energy
- 🙋User Generated Content – Perché i racconti di studenti e alumni sono importanti
- ⚖️ Risultati a breve o a lungo termine – come decidere?
💬 Storpiare il nome è fare branding?
📌 Segnalato da Edoardo
Spesso parliamo di identità, brand, branding, tone of voice, ma a volte le realtà formative faticano a comprendere il significato pratico di questi termini.
Per questo Edoardo coglie la palla al balzo e ci condivide l’esempio lampante della recente campagna delle Gocciole che ci mostra chiaramente cosa significa “brand”.
La campagna Pavesi “Impossibile Non Riconoscerle” punta tutto sull’unicità del prodotto e sulla facilità di essere riconosciuto anche tra le imitazioni.
In breve: partendo dal packaging sono state lanciate sugli scaffali quattro edizioni limitate dei biscotti, ribattezzate Sgocciole, Goccioele, Goccyole e Goccioles. Così Pavesi spinge al massimo l’ironia sul tema delle imitazioni.
Fuori dai supermercati, la campagna è omnichannel e coinvolge social e TV mantenendo i due testimonial storici (Lillo e Chiara Francini), ma attivando al contempo anche un contest di imitazioni dei due, coinvolgendo diversi creator.
L’obiettivo? Rafforzare la riconoscibilità del prodotto originale in un mercato sempre più affollato di imitazioni, stimolando la conversazione online e rendendo il consumatore parte attiva della narrazione del brand. Un approccio ironico che mantiene i pilastri del branding storico giocandoci, rafforzando la notorietà distintiva e la fedeltà al marchio.
“È chiaro che questo è un esempio che coinvolge un brand super conosciuto e riconoscibile e non si può applicare a qualunque realtà formativa, ma ci insegna che lavorare sul brand è molto di più che parlare di logo o di palette colori.”
La campagna “Impossibile Non Riconoscerle” ci mostra come un naming alternativo e un visual che richiama immediatamente il prodotto possano trasformarsi in strumenti potenti di comunicazione.
📣 Cosa vuol dire Tone of Voice? Vediamolo con un esempio.
📌 Segnalato da Giulia
Anche Giulia ci aiuta a capire concretamente come il tono di voce possa trasformare la comunicazione e creare un legame più autentico con il pubblico, grazie al caso studio di Octopus Energy.
Un esempio interessante di come, anche in settori in cui per consuetudine si è abituati a uno stile molto formale, un tono più caldo, vicino e ben calibrato può risultare efficace e adatto al contesto, contribuendo a caratterizzare l’anima di un servizio.
Cosa rende speciale il tone of voice di Octopus Energy?
Nel settore energetico, tradizionalmente freddo e burocratico, Octopus Energy ha scelto una strada completamente diversa: comunicare in modo semplice, accessibile, chiaro, inclusivo, colorato e rassicurante.
Dalla mascotte del polpo rosa, alle email firmate personalmente dal CEO, fino al servizio clienti che utilizza l’emoji del polpetto 🐙 dopo ogni firma: ogni touchpoint racconta la stessa storia di vicinanza e autenticità.
Le loro linee guida sono essenziali ma potentissime: tono amichevole, chiarezza estrema (“se puoi dirlo in 10 parole, usane 8”), niente fronzoli. Il risultato? Un brand che ha saputo far sentire i clienti persone e non numeri, costruendo un trust elevatissimo (4,9 su 5 su Trustpilot con oltre 10.000 recensioni).
Come dice Giulia: “Non si tratta di essere informali a tutti i costi, ma di trovare il giusto equilibrio tra professionalità e vicinanza umana“.
E la tua scuola? Ha già trovato il suo tono di voce distintivo?
🔗 Scopri l’esempio di Octopus Energy
🙋 Il potere del contenuto generato dagli utenti
📌 Segnalato da Andrea C.
Non è la prima volta che ne parliamo, qui e sul nostro blog, ma Andrea ci condivide la sua riflessione su uno strumento estremamente efficace per costruire fiducia: il contenuto generato dagli utenti. Ovviamente c’è un acronimo anglofono anche per questo, si tratta dell’UGC, User Generated Content.
Nel caso delle scuole, UGC significa che sono gli studenti, i genitori, gli alumni o i docenti a raccontare in prima persona la propria esperienza.
“In questo modo, il messaggio viene percepito come autentico e credibile ed è capace di creare connessioni emotive vere con chi sta cercando informazioni su un percorso formativo.”
Perché funziona?
Non è più la voce dell’istituzione che “promuove” sé stessa, ma quella di chi ha vissuto davvero quel percorso. Questo crea una connessione emotiva con i potenziali studenti e aumenta la probabilità che si interessino seriamente all’offerta formativa.
I vantaggi concreti:
L’UGC garantisce livelli di coinvolgimento molto più alti rispetto ai contenuti pubblicitari tradizionali. I video su TikTok, le storie su Instagram, i post sui blog personali o sulle piattaforme universitarie attirano l’attenzione proprio perché sono veri, spontanei e vicini al linguaggio del pubblico giovane. Le persone si fidano di più di chi è “come loro” rispetto a messaggi istituzionali patinati.
Un altro punto di forza è l’efficienza economica: incentivare gli studenti e gli ex studenti a condividere le loro esperienze significa ridurre drasticamente i costi di produzione di contenuti. Non c’è bisogno di grandi investimenti in shooting o campagne pubblicitarie complesse: basta mettere le persone nella condizione di raccontarsi, il contenuto si genera e si diffonde in modo organico.
Infine, c’è la questione della versatilità. Il contenuto generato dagli utenti può essere riutilizzato in tantissimi contesti: dai social media alle pagine del sito web istituzionale, dalle campagne di email marketing ai materiali promozionali. È un bacino ricchissimo di contenuti freschi, dinamici e sempre aggiornati, perfetto per mantenere vivo l’interesse e l’interazione con il pubblico nel tempo.
⚖️ Risultati a breve o lungo termine? La scelta che fa la differenza
📌 Segnalato da Matteo
Abbiamo lasciato alla fine il contributo del nostro stratega Matteo, perché se siete arrivati a leggere fin qua significa che l’argomento vi interessa e allora possiamo buttare il carico sul piatto.
Il brand e tutte le componenti che contribuiscono alla sua creazione e alla creazione di fiducia necessitano tempo e costanza.
Quindi perché la maggior parte delle volte investiamo tutto sui risultati a breve termine?
Matteo ci condivide uno studio che è considerato un vero e proprio classico moderno del marketing, basato su quasi 1.000 case study e 30 anni di dati sulle campagne più efficaci a livello globale.
Lo studio dimostra che concentrarsi solo su lead generation e attività di breve periodo rischia di sacrificare la crescita futura e la reputazione di un istituto, mentre investire nel brand permette di costruire una scuola più riconoscibile, attrattiva e profittevole.
I punti chiave da ricordare:
- Bilanciamento tra breve e lungo termine
Concentrarsi solo sul breve termine sacrifica la crescita futura e la reputazione. - La regola del 60:40
È cruciale bilanciare la spesa destinando in media circa il 60% del budget alla costruzione del brand (reputazione istituzionale a lungo termine) e il 40% all’attivazione a breve termine (iscrizioni immediate o raccolta fondi). - Emozione e creatività contano
Le campagne emotive e creative sono più efficaci nel costruire brand e generare risultati duraturi. - Oltre la Lead Generation
Solo investendo nel brand si ottengono risultati duraturi su reputazione, quota di mercato e profitti. - La continuità è fondamentale
Gli effetti del brand building si accumulano nel tempo. Più lunga è la durata della campagna, maggiori sono i risultati. - Fame e Salience
Le campagne che generano “fame” (cioè fanno parlare di sé) e notorietà sono quelle che hanno il maggiore impatto su quota di mercato e profitti.
Come dice Matteo: “Non si tratta di scegliere tra breve e lungo termine, ma di trovare il giusto equilibrio strategico“.
🎮 C’è gioco e gioco…
Se ne parla spesso come “problema”, ma i videogame possono essere strumenti potenti di apprendimento, creatività e collaborazione.
Un contenuto al mese vi porterà in questo universo, per informarsi davvero e scoprirlo con occhi nuovi, con consigli per tra scuola, famiglie e ragazzi.
Leggi la terza puntata:
Good Game – Giocare sul serio: pensiero critico, empatia e soft skills in azione
Dal BLOG di Education Marketing Italia
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Ecco gli articoli che abbiamo scritto questo mese:
👉 Il dibattito come strumento didattico
Ilenia: “Anche se in Italia è poco sviluppato, il debate è un ottimo modo per realizzare un apprendimento alternativo di quelle competenze trasversali necessarie al cittadino di domani“.
👉 Ambasciatori di valore: come ex studenti e aziende rendono gli open day più credibili ed efficaci
Andrea: “In un open day, gli ambassador parlano di esperienze reali, di obiettivi raggiunti, di opportunità concrete. Trasformano l’Open Day da semplice presentazione a storia condivisa“.
👉 Dress code nelle scuole, tra polemiche e necessità
Ilenia: “Imporre dei divieti sull’abbigliamento può essere considerata una forma di rispetto verso le istituzioni scolastiche ma anche percepito come una limitazione della libertà individuale“.
