INSIEMI #22 | Luglio 2024


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risorse intelligenti per la scuola

NEWSLETTER #22 – Luglio 2024

 

Se ti sta a cuore la salute dei giovani, devi trovare 5 minuti per leggere! ❤️‍🩹

  • 📵 Abuso di smartphone e social network: un’epidemia invisibile che grava sulla salute mentale dei ragazzi
  • 🎤 7 interviste ad alcuni leader della Gen Z che si stanno attivando per contrastare il fenomeno
  • 🤳 Sharenting: non tutti i genitori sono consapevoli dei rischi di condividere le foto dei figli (ma c’è una nuova proposta di legge)

Speriamo di trovarti fuori dal vortice degli impegni lavorativi quotidiani (e magari anche già in vacanza) 🩴🩴
Trova una posizione comoda e prenditi un po’ di tempo. Te lo assicuriamo: non sarà sprecato.

C’è un’epidemia invisibile: riguarda la salute mentale dei ragazzi

Circola da qualche mese un articolo che ha dato una grande visibilità a un tema che girava un po’ sottotraccia.

Parla dell’abuso di smartphone e social network ed è stato scritto su The Atlantic dallo psicologo di fama mondiale Jonathan Haidt (che lavora per la NYU Stern School of Business e si dedica da anni allo studio dei comportamenti degli adolescenti e agli effetti delle tecnologie sullo sviluppo cognitivo dei giovani).

L’autore commenta dati e statistiche tratte da più fonti che descrivono il declino generale nella salute mentale degli adolescenti: emerge che i sintomi di depressione e i tassi di suicidio tra gli adolescenti sono aumentati bruscamente dal 2012, in coincidenza con l’accelerazione del possesso di smartphone, in particolare tra le generazioni più giovani.

 

Alcuni dati che si leggono:

  • +50% ➔ aumento del tasso di depressione e ansia negli Stati Uniti dopo gli anni 2000
  • +48% ➔ aumento del tasso di suicidio per gli adolescenti tra i 10 e i 19 anni
  • +131% ➔ aumento del tasso di suicidio per le ragazze tra i 10 e 14 anni

Alcune citazioni:

  • La vita basata sugli smartphone altera o interferisce con un gran numero di processi di sviluppo
  • Gli adolescenti americani trascorrono circa 5 ore al giorno solo sulle piattaforme dei social media. […] Quanto della vita viene scambiato con tutto questo tempo trascorso sullo schermo? La quantità di tempo che trascorrono dormendo è diminuita. Anche l’esercizio fisico è diminuito. Ma forse il punto più devastante è il crollo del tempo trascorso a interagire con altre persone faccia a faccia. […] Le interazioni online possono far emergere comportamenti antisociali.
  • Se una generazione va male, le conseguenze sociologiche ed economiche saranno profonde per l’intera società

 

Nell’articolo viene spiegata la complessità e vastità del problema, le cui cause non sarebbero da ricercare solo in quella che viene definita come “un’infanzia basata sul telefono”. Ad influire negativamente è anche un radicale cambiamento del ruolo dei genitori che, diventati iperprotettivi, limitano ai figli opportunità di gioco in contesti anche non rischiosi.

L’articolo si intitola “End the phone-based childhood” e prende spunto dal suo libro “The Anxious Generation: How the Great Rewiring of Childhood Is Causing an Epidemic of Mental Illness”.

È un articolo a pagamento: si può acquistare per leggerlo nella forma originale, oppure puoi cominciare leggendo questo articolo in italiano che ne parla.

Interessante anche questo talk in cui Jonathan Haidt, l’autore, si confronta con i fondatori del movimento The Smartphone Free Childhood e condivide i dati delle sue ricerche e suggerisce modalità di intervento per genitore, scuole, governi e aziende tecnologiche per invertire questa tendenza.

I giovani ci stanno chiedendo aiuto.

C’è chi critica questi allarmismi sostenendo che si stia fomentando un panico infondato, simile a ciò che era successo anche con l’avvento della radio, della televisione, dei fumetti e dei videogiochi violenti. È comprensibile essere portati a pensarlo ma, se si approfondisce, si scopre che la tesi non regge: le prove dimostrano che ora è davvero diverso.

Oltre i dati eloquenti, per la prima volta è la stessa Gen Z (la generazione principalmente interessata) a percepire il problema e chiedere esplicitamente aiuto. Infatti, molti di questi giovani si stanno attivando per contrastare il fenomeno, che loro stessi giudicano nocivo!

“Preferiresti vivere in un mondo senza Instagram (o TikTok)? Il 58% degli studenti ha risposto di sì”. Fonte: When Product Markets Become Collective Traps: The Case of Social Media – The Univeristy of Chicago

Lo spiega bene questo articolo in cui si ritrovano anche 7 interviste ad alcuni leader della Gen Z: The Youth Rebellion Is Growing.

 

…Cosa possiamo fare? Agire!

L’abuso di smartphone e social network è un tema diventato urgente per molte famiglie tanto che, in diverse parti del mondo, gruppi di genitori hanno cominciato ad unirsi per trovare la solidarietà e la forza per cercare insieme di cambiare alcune abitudini ormai insite nella società.

C’è un movimento di genitori britannici nato nel febbraio 2024 e diventato virale in pochi giorni che chiede urgenti ripensamenti (formali e informali) sull’uso degli smartphone, in particolare per i ragazzi sotto i 14 anni. Il movimento è organizzato in gruppi territoriali che si stanno espandendo (anche in Italia): solo la collaborazione e la sensibilizzazione del più ampio numero di persone può portare a un cambiamento sociale di grande portata.

 

Due guide per le scuole

L’associazione propone anche due guide per la scuola: una per la scuola primaria, e una per la scuola secondaria. Le trovate qui: Smartphone Free Schools Guides.
Per ora il materiale è solo in lingua inglese.

Education Marketing Italia ha deciso di far parte dei volontari: ha portato il movimento in Italia e per ora, insieme ad altri volontari, sta aiutando l’associazione organizzando la traduzione e la divulgazione dei materiali.
Nelle prossime settimane avremo importanti aggiornamenti!

Intanto, segui il movimento su Instagram: SmartphoneFreeChildhood

 

È un tema che ci sta a cuore e collaboriamo con esperti di questo tema e diverse associazioni: possiamo aiutarti ad organizzare qualcosa nella tua scuola. Scrivimi: posso raccontarti meglio le azioni concrete che molte scuole hanno già messo in atto e aiutarti a realizzarle anche nella tua scuola“.

Matteo Favini, Head of marketing
matteo@educationmarketing.it

 

Arginare lo Sharenting

E poi c’è un altro fenomeno: lo sharenting, ovvero l’esposizione dei minori su internet da parte dei genitori.

Da un lato, c’è un bisogno urgente di educare i più giovani all’uso delle tecnologie perché sono i soggetti più vulnerabili. Dall’alto, è evidente che questi stessi giovani abbiano bisogno di modelli virtuosi da seguire (dai genitori e famigliari, agli insegnanti, educatori, allenatori e figure di riferimento varie).

Tra le cattive abitudini nell’uso critico dei social network degli adulti c’è appunto lo sharenting. È un tema che passa ancora abbastanza in sordina a livello mediatico, ma rincuora sapere che a marzo è stata depositata alla Camera la prima proposta di legge italiana che punta ad una regolamentazione.

La proposta di legge (“Disposizioni in materia di diritto all’immagine dei minorenni”) ha lo scopo di proteggere l’autodeterminazione personale che viene violata quando un bambino è esposto sul web senza la sua autorizzazione e consapevolezza e anche di arginare il business dietro lo sharenting (i contenuti con i bambini attraggono, e per questo vengono usati anche a fini commerciali).

Chi sta osservando e studiando questo fenomeno afferma che i ragazzi e le ragazze che adesso iniziano ad avere 14-15 anni testimoniano come si sentano profondamente a disagio dai contenuti pubblicati dai loro genitori.

Per approfondire: Condividere le foto dei figli sui social: dubbi e criticità dello “sharenting”

Non tutti i genitori sono consapevoli dei rischi legati alla condivisione online di immagini e dettagli sui propri figli. La diffusa pratica di condividere foto e video sui social ha portato alla normalizzazione di questo comportamento, senza considerare le implicazioni sociali.

Speriamo che la proposta di legge possa diventare concreta e che accenda maggiormente i riflettori sul tema.

È un primo un piccolo passo per un tema molto importante!

Dal BLOG di Education Marketing Italia

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Gli articoli che questo mese abbiamo scritto per te:

👉 Oltre il QI: il potere dell’intelligenza culturale nel mondo moderno

Giulia: “Può bastare una serie di domande a risposta multipla a valutare la nostra intelligenza? Qui parlo di come si può potenziare l’intelligenza culturale a scuola“.

 

👉 Cosa devi sapere prima di andare all’università

Ilenia: “Affrontare la nuova avventura universitaria può essere fonte di ansia, ma raccogliere informazioni consente di farsi trovare pronti e di vivere al meglio l’inizio del percorso”.

 

👉 Customer Experience vs User Experience: che differenza c’è e che utilità strategica hanno per una scuola?

Valeria: “Nel contesto del marketing, termini come customer experience (CX) e user experience (UX) sono spesso utilizzati, ma non sempre è chiara la loro differenza e la loro importanza strategica”.

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