INSIEMI #20 | Maggio 2024


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risorse intelligenti per la scuola

NEWSLETTER #20 – Maggio 2024

 

Fermati 🫷

E pensa 🙂

Un maggio esistenzialista. Abbiamo raccolto un po’ di spunti che hanno più a che fare con in il “pensare” piuttosto che con il “fare”.

Vorremmo condividerli con voi per spronarci insieme a ritagliarci del tempo, nella nostra quotidianità, per costruire un dialogo su come vogliamo che evolva il futuro.

Possiamo dotarci di redini che ci permettano di avere il controllo su tutti questi cambiamenti e innovazioni sempre più repentini senza che imbizzarriscano, togliendoci le preoccupazioni, restituendoci fiducia.

🏇

Le domande su cui vogliamo riflettere questo mese:

  • A cosa serve la scuola?
    7 ragazzi su 10 dicono che a scuola si annoiano. Per Matteo Saudino il problema è un nichilismo dilagante.
  • Perché studiare le lingue se ci sono i traduttori automatici? 
    Nei college statunitensi le iscrizioni ai corsi di lingue diverse dall’inglese sono diminuite del 29,3%.
  • Sappiamo riconoscere i contesti in cui abbiamo bisogno di una persona reale?
    I telegiornali della mattina potrebbero non rientrare più in questo caso.
  • La diminuzione delle nascite ha a che fare con la scuola?
    Il calo demografico può essere visto sia come un problema, sia come un’opportunità.

A cosa serve la scuola?

La scuola non serve a niente. Questo è il titolo dello discorso che, con climax davvero coinvolgente, ha tenuto Matteo Saudino per il TEDx a CastelfrancoVeneto.
Matteo Saudino, conosciuto anche con il suo pseudonimo Barbasophia, è insegnante di Filosofia e Storia nei licei di Torino e divulgatore. Descrive cinque “scuole metaforiche” che rappresentano diversi modi in cui l’istruzione può fallire nel suo scopo: la scuola come parcheggio, come centro commerciale, come azienda, come élite e infine come burocrazia.

La scuola non serve a niente | Matteo Saudino | TEDxCastelfrancoVeneto

Condivido questo video perché anche io credo fortemente che la scuola debba ripartire dagli stessi ragazzi che la frequentano” ci racconta Andrea. “Come racconta Saudino, questa nuova scuola dovrebbe essere un luogo di dialogo, di dubbio creativo, e di connessione profonda con la natura e con la comunità. La scuola non si deve focalizzare solo sui voti o sul successo professionale, ma sulla crescita personale e sulla capacità di trasformare la società in modo positivo. Altrimenti finiamo per essere solo funzionari di apparati tecnici, in una ruota del criceto infinita“.

7 ragazzi su 10 dicono che a scuola si annoiano.

È lì, il problema. Da lì bisogna partire.

Perché studiare le lingue se ci sono i traduttori automatici?

Nei college statunitensi tra il 2009 e il 2021 le iscrizioni ai corsi di lingue diverse dall’inglese sono diminuite del 29,3%. La West Virginia University ha deciso di eliminare il dipartimento di lingue e letterature straniere, rimpiazzandolo con un’applicazione online. In Francia la metà delle ragazze e dei ragazzi che finiscono la secondaria di primo grado non raggiungono il livello minimo previsto (A2) di conoscenza della lingua inglese.

Perché studiare le lingue se ci sono i traduttori automatici?

Smettere di imparare le lingue sarà un problema solo per le scuole di lingua? I deepfake di persone che parlano in qualunque lingua prodotti dall’intelligenza artificiale sarà un problema solo per i traduttori professionisti? Il linguaggio ci definisce come specie e il portato culturale di ogni lingua è incommensurabile e intrinsecamente umano. L‘AI faciliterà lo scambio diretto fra esseri umani o la perdita di interesse nelle lingue ci farà perdere anche la capacità di interpretazione dell’altro? Questi sono alcuni dei quesiti che mi sono balenati in testa leggendo questo articolo, che amplia lo sguardo su un fenomeno che un po’ tutti prendiamo come grande opportunità senza porci troppe domande“.

Queste riflessioni sono di Edoardo. La conclusione condivisa da molti esperti di didattica e linguistica che si legge in questo articolo è che l’attenzione degli insegnanti dovrebbe spostarsi dagli esercizi di grammatica alla comprensione delle pratiche e delle culture radicate nei vari contesti. Che ne pensate?

Sappiamo riconoscere i contesti in cui abbiamo bisogno di una persona in carne ed ossa?

Giulia condivide un post che Melania Aloia (esperta di strategia e contenuti, annoverata come Linkedin Top Voices 2020) ha scritto su Linkedin. Il post

commenta un articolo del Guardian in cui viene raccontata un’esperienza particolare: com’è stato intervistare Zae-In, la nuova presentatrice delle notizie del mattino dell’emittente nazionale coreana SBS.

Cosa c’è di strano? Che Zae-In è artificiale, è AI-generated. 

La riflessione parte da questo punto: In Corea del Sud la fascinazione per le idol virtuali esiste da decenni. Può essere che questi “esperimenti” attecchiscano in relazione alla realizzazione di una fantasia collettiva molto radicata? In realtà, come si spiega nell’articolo, la direzione comunicata esplicitamente dall’emittente televisiva è un’altra (e non ci stupisce): Zae-In è molto efficiente e soprattutto più economica.

Aloia, nel post di Linkedin chiede e si chiede: “Siamo noi che non abbiamo più così tanto bisogno delle news del mattino o non ricordiamo / percepiamo / comprendiamo il valore di una persona in carne ed ossa? Conosciamo o riconosciamo le situazioni/contesti in cui abbiamo bisogno di una persona in carne ed ossa?”
Vedremo il pubblico da casa cosa ne pensa, e come andrà lo share.

La diminuzione delle nascite ha a che fare con la scuola?

C’è un fatto: sempre più coppie (in particolare sempre più donne) non vogliono figli. Da questo fatto nascono le riflessioni di Valeria che portano a due prospetive diverse:  può un calo demografico essere un problema o un’opportunità per la scuola?

Senza figli per libera scelta: aumenta il numero delle coppie childfree

Da un lato, c’è un tema legato a quanto l’accesso ad asili nido/asili/scuole con orari prolungati possa essere di supporto ad un desiderio di genitorialità che le persone possano sentire più compatibile con uno sviluppo anche di carriera e professionale. Può una diversa organizzazione scolastica in qualche modo far “tornare” un maggiore desiderio di genitorialità o è ininfluente?

Dall’altra parte, davanti ad un concreto calo demografico, la scuola come si adegua? Cosa cambia nelle classi? C’è la possibilità di pensare a classi con un numero ridotto di studenti per alzare la qualità dell’insegnamento – allontanandosi sempre più dalla problematica delle “classi pollaio”?

Tante domande che secondo me devono essere sui tavoli non solo governativi e politici, ma anche sulle scrivanie delle presidenze e delle direzioni scolastiche singole e territoriali

 

Dal BLOG di Education Marketing Italia

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Gli approfondimenti scritti per voi questo mese sono a firma di Ilenia, Valeria, Matteo e Giulia:

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Inviare email è un ottimo modo per avvicinarsi ai prospect e creare fidelizzazione. Ecco come ottimizzare il servizio email ed evitare gli errori più comuni.

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Columbia, Harvard, Yale e Penn State guidano l’integrazione dell’IA nell’istruzione superiore con un focus sull’etica, la trasparenza e la formazione continua per docenti e studenti.

👉 Ricerche di mercato: sono utili alle scuole?

Le ricerche di mercato permettono alle scuole di efficientare la propria strategia, cogliere nuove opportunità e adattarsi meglio ai contesti più difficili.

Ripensa al tuo Open Day

Settimana prossima parte il corso Creare open day efficaci! Il nostro Andrea guiderà i partecipanti in un percorso di 4 lezioni approfondite e personalizzate per scoprire come creare delle esperienze orientative memorabili per studenti e famiglie. Tutti i corsi sono in collaborazione con Sapyent e sono presenti anche sulla piattaforma SOFIA.

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